Sono loro, sempre loro, manodopera d’assalto al patrimonio naturalistico che ha reso celebre il Vesuvio nel mondo. Sono loro: frange di disoccupati organizzati, ex lavoratori a progetto rimasti da mesi esclusi dai finanziamenti e improvvisamente blanditi da qualcuno che ha interesse a risistemare le cose”.

Queste parole, insieme a tante altre che nemmeno vale la pena di riportare, sono apparse oggi sul Mattino, in un articolo di quell che deve evidentemente sentirsi un giornalista d’assalto e che ha già pronto il suo teorema: ad incendiare ettari ed ettari di vegetazione vesuviana, ad incendiare la periferia di Napoli, l’università, i cumuli di munezza nella Terra dei Fuochi sono stati “i disoccupati organizzati”. Questo dev’essere il meglio che ha da offrire il quotidiano in cui ha lavorato Giancarlo Siani. Ad una tesi talmente allucinante non varrebbe la pena di rispondere, non fosse che qualcuno ancora questo giornale lo legge e, distrattamente, potrebbe pensare che le parole dell’ennesimo pennivendolo cialtrone al soldo di Caltagirone abbiano un fondo di verità. E allora è meglio essere chiari: da sempre il movimento dei disoccupati organizzati è in prima linea in tutte le battaglie a difesa dell’ambiente e della salute della nostra regione. Mentre gli incendi divampavano – la settimana scorsa – noi eravamo ad Acerra in corteo per pretendere la messa in sicurezza delle famiglie più vicine ai luoghi interessati dai roghi. Eravamo in piazza a Napoli venerdì scorso a pretendere l’incontro con il prefetto che, prima dell’ennesimo weekend di devastazione, si dichiarava “soddisfatto” del lavoro. E su questi temi ci siamo sempre: la nostra storia parla per noi e se fosse solo per questo, non dovremmo rispondere. Ma evidentemente ai giornalisti prezzolati asserviti agli interessi delle lobby dell’edilizia fa paura esattamente questa storia: quella in cui comitati ambientalisti e organizzazioni di difesa dei precari hanno intrecciato i loro percorsi e hanno smascherato il ricatto statale che ci chiede di scegliere tra salute e lavoro. E quindi, mentre il nostro territorio è sotto attacco e mentre le istituzioni latitano, cosa c’è di più facile che scrivere un bel pezzo in cui si dice “è colpa dei disoccupati”. Tanto qualcuno disposto a credere che è colpa dei disoccupati ci sarà sempre. Siamo una realtà scomoda, ma chi ci attacca dovrebbe far attenzione: politici, amminstratori, padrini in questa regione vanno e vengono da sempre. Noi siamo sempre qua e la testa non l’abbiamo mai piegata.
PRECARI BROS ORGANIZZATI DI NAPOLI E PROVINCIA