Giovedi 7 Gennaio Manifestazione Concentramento Ore 9.00 Piazza Mancini ( Vale x Tutti )

10295764_1742830899279703_3991282345745488261_nOggi Napoli piange un altro figlio ammazzato dalla violenza criminale: Maikol Giuseppe Russo, 27 anni, ucciso durante la notte di Capodanno, che lascia una mogl…ie e due figli.
Anche stavolta abbiamo assistito a un processo che si è concluso prima ancora di iniziare: Maikol era appena stato ammazzato e già era un camorrista, marchiato a fuoco da due colpe: essere colpito da un proiettile, e trovarsi nel suo quartiere. Cosa sarebbe successo se invece che a Forcella fosse accaduto a via Petrarca, oppure in un’altra città? Probabilmente si sarebbe parlato, fin dal primo momento, di una vittima innocente. Invece qui funziona che intanto sei colpevole, poi si vede.
L’innocenza di Maicol sta emergendo pian piano sulla stampa locale, e speriamo che venga presto accertata anche dalle indagini: vogliamo verità e giustizia per Maikol e per tutte le vittime innocenti della camorra. Ma noi la sua innocenza l’abbiamo respirata stamattina, a Forcella, tra i suoi amici, al suo funerale che si è svolto all’alba, come avviene in questi casi in ossequio a una consuetudine che sarebbe il caso di rivedere, perché costringe il dolore dei familiari e degli amici in uno spazio angusto e asfissiante, come fosse una vergogna, come se per piangere la morte di un caro debbano anche nascondersi. Quel dolore non è un fatto privato: è il dolore di quelle donne e quegli uomini ma è anche il dolore di un quartiere, della nostra città, del nostro popolo. È un dolore che grida vendetta, perché se nella morte di Maikol c’è scritta la sua innocenza sappiamo però che quella morte non è senza colpevoli: colpevole è la mano che ha sparato, una mano criminale che tenta di imporre violenza, terrore e dominio economico ai nostri quartieri, ma colpevole è anche la mano che non ha disinnescato quella pistola, colpevole è la politica che continua a essere assente (dove erano i parlamentari campani stamattina? Cosa stanno facendo per combattere le camorre?), colpevoli il Governo e le istituzioni che fanno troppo poco (cosa ne è stato delle richieste di Un popolo in cammino, presentate al Prefetto un mese fa?), colpevole è un intera classe dirigente che continua a balbettare, a rispondere all’enormità del dramma sociale ed economico che investe Napoli con soluzioni tampone e di facciata, senza interventi in grado di invertire seriamente la rotta per Napoli e per il Mezzogiorno e senza investire -davvero- nel lavoro, nei diritti, nell’istruzione, nelle politiche sociali, in un piano in grado di far ripartire la città e sottrarre le fasce più deboli della popolazione al ricatto della povertà che si traduce, puntualmente, nel ricatto delle camorre.
Stamattina il popolo di Forcella non ha accettato di nascondere il proprio dolore, di svolgere un funerale riservato, ma ha chiesto a gran voce, e ottenuto, di poter onorare Maikol con un normale corteo funebre, niente di che, eppure anche questo diritto banale gli amici di Maikol hanno dovuto conquistarselo.
“Nun era nu camurrista, era nu buono guaglione: adda ave’ l’esequie”.
A piazza Calenda campeggiava uno striscione: ”Non era camorrista, dategli il giusto onore”: onore e camorra, due parole opposte. Lo stiamo dicendo da settimane, lo abbiamo ripetuto in piazza il 5 dicembre: il popolo di Napoli si sta togliendo gli schiaffi dalla faccia, vuole liberarsi dalla camorra e riprendersi il suo “onore”: noi non ci fermeremo, ma la politica e le istituzioni devono smettere di sottrarsi alle loro responsabilità, e fare la loro parte.
Prossimi appuntamenti:
venerdì 8 gennaio, ore 10:30 a piazza Calenda (Forcella), presidio per chiedere verità e giustizia per Maikol
sabato 30 gennaio, assemblea cittadina al Rione Sanità di ‪#‎UnPopoloinCammino