Uniti contro repressione e carovita

 La crisi generale dell’attuale ordinamento sociale impone ai lavoratori, precari, disoccupati, studenti, immigrati, ecc. di difendersi dagli attacchi del governo Berlusconi e da tutta la sua banda composta da affaristi, mafiosi, razzisti e avventurieri che si sono raccolti intorno a lui.
La nostra regione è una di quelle che sente maggiormente il peso della crisi dei padroni e gli effetti devastanti che questa produce. Il processo di deindustrializzazione causato dalla crisi iniziata tra gli anni 70 e 80, accentuatasi in maniera cronica e irreversibile ai giorni nostri, ha portato alla chiusura di numerosi complessi industriali che oltre a garantire occupazione e benessere locale, garantivano allo stesso tempo un equilibro sociale dove oggi, con la scomparsa di essi, vede numerose sacche di giovani ed ex operai ingrossare le file della criminalità organizzata nel suo vasto panorama, in cui ne fa da padrone politici corrotti e confindustria. Questa sciagurata scelta, da parte di alcune fasce della popolazione e non solo, è dovuta alla frustrazione di non riuscire ad accedere ai principali servizi sociali e forme di ammortizzazione di sostegno al reddito anzi le ultime scelte dei vari Governi di centro-destra e centro-sinistra hanno aggravato le condizioni delle masse popolari con scelte disastrose come tagli ai servizi pubblici con privatizzazioni; aumento delle tariffe delle utenze domestiche; il tentativo di cancellazione dei CCNL, introduzione di norme che vanno a precarizzare il mondo del lavoro; condannano a vita chi è gia precario e alla disoccupazione senza alcuna chance di essere introdotti all’occupabilità stabile chi si affaccia al mondo del lavoro; le riforme salariali e i tagli alla previdenza, creano condizioni di impoverimento collettivo dell’intera popolazione senza alcuna possibilità di soddisfare i bisogni di prima necessità. Questi elementi contribuiscono alla crisi dei mercati associati alla sovrapproduzione di beni imposti dal sistema capitalista, una crisi che viene scaricata sulla parte sana e produttiva del paese. Una fase della decadenza del capitalismo che i padroni tentano di far pagare ai lavoratori, ai precari, ai disoccupati, ecc. Quindi è principale che le cause delle nostre sciagure sono provocate dal sistema capitalista che genera la guerra dei poveri per difendere il suo potere traballante. Da tutto questo nasce la rabbia a ribellarsi allo stato di cose e a mettere in piedi tutte le forme di lotta che da circa 200 anni la classe operaia del nostro paese ci ha insegnato. La repressione messa in atto dal governo Berlusconi e dai suoi predecessori è l’assenza delle risposte politiche ai bisogni rivendicati dalle masse popolari, sono in netta controtendenza agli interessi di Confindustria ed ai perversi disegni del Mercato globale.
Oggi le organizzazioni firmatarie del presente documento sono coscienti che l’unica forma per difendere gli interessi delle fasce deboli, degli operai, dei precari, dei disoccupati e degli immigrati è la ribellione contro questo stato di cose e rivendicarne sempre di più il miglioramento delle condizioni salariali e di vita, partendo dal nostro punto di vista e dai metodi che noi riteniamo più opportuni per strappare alla controparte politica delle concessioni economiche come: il diritto al lavoro ed al salario; consapevoli dell’assurdo atteggiamento di Questura, Istituzioni Locali e Governo di scatenare l’ondata repressiva contro le avanguardie delle stesse organizzazioni e contro tutti quelli che si ribellano per difendere il giusto diritto al posto di lavoro, alla tutela della salute ed all’ambiente, all’agibilità politica dei movimenti organizzati ed aspiranti sindacati di classe.
Ma siamo ben consienti che l’unica via per uscire dalla crisi politica, economica, culturale e ambientale è quella di contribuire ad instaurare un nuovo potere, un nuovo ordinamento sociale, basato sulla distribuzione dei beni in maniera collettiva ed eguale, un potere nelle mani dei lavoratori, instaurere, insomma un governo operaio. Un processo che si scatenerà con l’avanzare della crisi economica e sociale dove lo stesso sistema attuale contrappone ed inasprisce la causa della lotta di classe che da sempre divide l’esigenze dei proletari da quella dei padroni, che nel nome del profitto continuano a mietere vittime nelle fabbriche e nei cantieri, dove spesso nel Meridione le cifre vengono occultate a causa della legge del lavoro a nero, malpagato e sfruttato.

Le organizzazioni firmatarie con le loro iniziative di mobilitazione per contrastare la precarizzazione delle loro condizioni di vita ed economiche, sono state vittime di momenti di repressione da parte della Questura e della Magistratura con infiniti processi ancora in corso, con provvedimenti di misure restrittive ed obblighi di firma, interdizioni alla partecipazione di assemblee e cortei, divieti di mobilitazioni, custodie cautelari, decreti e delibere che vietano il diritto al dissenso, come la difesa dei territori interessati a siti di sversatoi, quindi le stesse organizzazioni rivendicano la continuità e la difesa della loro agibilità politica, allo stesso tempo chiediamo interventi presso la Magistratura, Ministero degli interni, Ministero di Grazia e Giustizia al fine di revocare tutti i provvedimenti di condanna nei confronti di avanguardie e cittadini che sono stati protagonisti di lotte di resistenza per il lavoro ed il salario, il condono generalizzato di tutti i provvedimenti amministrativi nei confronti degli aderenti di tutti i movimenti sociali e sindacali. Ovviamente la nostra proposta, oltre ad essere di natura giudiziaria, si canalizza anche sul fronte vertenziale, ovvero: l’immediata stabilizzazione dei precari del progetto ISOLA nei settori ambientali- lavoro garantito attraverso processi formativi per disoccupati di lunga durata- sostegno al co-finanziamento del Reddito di Cittadinanza- processo di stabilizzazione occupazionale per i beneficiari dell’indulto. Inoltre, le oganizzazioni e i movimenti presenti esprimono piena solidarietà e sostegno ai lavoratori Alitalia ed agli studenti in lotta contro il decreto Gelmini.

COORDINAMENTO DI LOTTA X IL LAVORO